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Parole Virali


La lingua non è statica, ma si evolve di pari passo con la realtà.

In questi tempi di grandi sconvolgimenti anche le parole che usiamo sono state investite dal cambiamento.

Come ha spiegato l’autrice e sociolinguista Vera Gheno in una live con Repubblica e poi su Ig, termini che già conoscevamo hanno cambiato accezione o sono tornati ad assumere un significato ormai dimenticato.

Quante volte abbiamo descritto come virali tweet e meme che hanno raggiunto gli schermi di chiunque, ma ora questo aggettivo è tornato alla sua accezione originale, strettamente legata all’ambito medico.

Allo stesso modo, se prima si apprezzava la compagnia di una persona positiva perché allegra e spensierata, ora ci si guarda bene dall’avvicinarsi a chi è positivo, che è diventato un temibile untore.

Chi, poi, non ha mai parlato di un tamponamento fra auto o del tamponare una ferita? Ma ora questo stesso verbo significa effettuare un tampone a un malato sospetto, secondo una sfumatura di significato che è uscita dalle corsie d’ospedale per entrare nei nostri discorsi (e presto arriverà anche sui dizionari).

Un ultimo esempio è il verbo contagiare, più spesso usato in senso traslato che letterale, da campagne pubblicitarie che ci invogliavano a lasciarci contagiare da buonumore, leggerezza e chi più ne ha più ne metta, mentre ora ci guardiamo bene dal pronunciarlo a sproposito.

Sicuramente questi cambiamenti avranno un forte impatto sulla lingua della stampa e della pubblicità, che già si stanno attrezzando per evitare gaffe clamorose: niente inviti a lasciarci contagiare dalla primavera per quest’anno!


Testo di Arianna Gandaglia

Art work di Kristina Primakova

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