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L’oppressione raddoppia


In tempi di crisi ogni cosa considerata superflua passa in secondo piano e se quella che stiamo vivendo è la più grande catastrofe dal Secondo Dopoguerra, non stupisce che l’attenzione mediatica sia tutta indirizzata all’emergenza sanitaria. Ma le persone già oppresse sono le principali vittime di questa situazione: politiche discriminatorie e azioni illecite a danno di specifici gruppi rischiano di passare inosservati ed è quello che già sta accadendo.

In Italia accedere all’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) è impossibile per sempre più donne.

L’emergenza Coronavirus ha peggiorato la già complicata situazione: molti ospedali sono stati costretti a chiudere i servizi, per la riduzione di posti letto disponibili. Infatti in Italia le donne che vogliono abortire devono essere ricoverate sia per l’Ivg chirurgica che per quella farmacologica, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa e negli USA. Inoltre, in  molte zone la procedura farmacologica è stata bloccata o fortemente limitata, a causa dell’obbligo di ricovero che comporterebbe maggiore rischio di contagio. Al contrario, in altri Stati, come Francia e UK, si è privilegiata l’Ivg farmacologica, proprio perché domestica.

In Ungheria il primo ministro Orbán ha assunto pieni poteri per un tempo indefinito con la scusa di poter gestire meglio l’emergenza sanitaria. Il primo provvedimento preso è stato però quello che impedisce alle persone transgender di cambiare sesso: non ci si potrà più registrare con il genere riassegnato, anche a transizione avvenuta, ma solo con il sesso di nascita. Vessare una fascia di popolazione già discriminata non contribuirà a salvare vite, ma sicuramente costituisce una violazione dei diritti umani, come affermato anche da Dunja Mijátovic, commissaria Ue per i diritti umani, che ha duramente criticato la legge imposta dal neo-dittatore.

Nel frattempo, Forza Nuova ha tentato una processione per Pasqua e Salvini invocava la riapertura delle chiese, probabilmente, in caso di contagio, avrebbero rifiutato ogni cura affidandosi interamente alle preghiere.


Artwork di Kristina Primakova


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