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I nazisti sulla luna sono nulla in confronto

Recensione salatissima (stile beef jerky o peggio) del libro “Il Drive In,” di Joe R. Lansdale.

Diciamo che siete annoiati, sull’orlo di una crisi di nervi, o semplicemente irritati dalla mascherina che si appiccica alla pelle, vi toglie il trucco, vi spettina la barba o vi impone il pensiero “non ci si può grattare il naso sennò poi che senso ha” in loop nella testa.

Avete bisogno di una fonte di sfogo che sia narrativamente accattivante, leggera al punto giusto e, al contempo, vi rassicuri del fatto che uno che sta peggio di voi lo si trova facilmente, con mascherina o senza. Sarebbe perfetto vedere un film trash: uno con una storia assurda, protagonisti anomali o impenitenti clichè, sangue, colpi di scena e magari un po’ di nudità di condimento.


Qui vi proponiamo un’alternativa: Il Drive In di Lansdale ha tutto quello che cercate in un buon film trash, ma, essendo un libro, può titillare la vostra fantasia in modi non concessi ai suoi relativi di celluloide. Ha anche un plot-twist in più: i suoi protagonisti sono esplicitamente fanatici dei vecchi film trash! Si beano nella visione di classici quali Non Aprite Quella Porta, la Notte dei Morti Viventi, La Casa. Sono sicura, anzi, che se il testo fosse scritto adesso, i suoi protagonisti amerebbero anche Iron Sky, almeno tre dei primi Sharknado e Zombeaver, il capolavoro con gli orsi-castoro-zombie, i quali riescono a detonare quel poco di sospensione dell’incredulità ci possa essere rimasto.


Di fatto, quello che un amante dei film trash cerca, in primis, è rimanere incredulo. Apprezzare gli effetti speciali rozzi, i pupazzi di scena, gli zampilli troppo esuberanti di un sangue chiaramente troppo rosso e il deus ex machina da quattro soldi. Nel libro, i protagonisti vogliono tutto questo: per tale motivo si avviano ogni venerdì sera al più grande Drive In d’America, l’Orbit, per godersi la nottata horror, gustarsi popcorn con finto sangue sopra e bere litri di Coca Cola annacquata. Una volta arrivati, come d’abitudine in ogni buon film trash, tutto sembra procedere per il meglio: i proiettori illuminano la zona con il primo pessimo film, il tasso di zuccheri nel sangue degli spettatori si alza e risate e grida riempiono il campo pieno di macchine. È a questo punto che arriva una cometa, la cui rossa faccia sorridente abbaglia il cielo sulla testa degli astanti e cancella la linea che distingueva realtà e finzione (o meglio, la finta-realtà-del-libro con la finta-finzione-dei-film-nel-libro: la metanarrazione è densa in questo testo).Da questo momento i protagonisti si troveranno nel mezzo di quelle situazioni ridicole e scelte discutibili che tanto amano nel cinema trash. Tra cannibalismo, mutazioni grottesche e cowboy inspiegabilmente ragionevoli, amerete questo libro che si autodefinisce “un film di serie b con sangue e popcorn, made in Texas.” Insomma, dopo aver letto questo testo la storia dei nazisti sulla luna con i dinosauri vi sembrerà quasi un racconto attendibile.

Consigliatissimo: agli amanti del Trash Sublime (ai quali si suggerisce anche una lettura del breve saggio omonimo del filosofo Slavoj Žižek, per darsi un tono), ai vecchi frequentatori del PEEP di Piacenza (protagonista nascosto della prima parte del libro e luogo di altissima formazione culturale) e a quelli che amano i romanzi in stile matrimonio Dothraki: se non muoiono almeno tre persone entro la prima metà del testo iniziano a sbadigliare. Consigliato anche ai critici amanti del cinema in generale: se siete stanchi di dovervi sforzare per trovare punti deboli e carenze nel cinema d’autore, leggete questo libro. Trovare senza sforzo il peggio del peggio e la sua celebrazione vi darà inimmaginabili soddisfazioni.

Slavoj Žižek, mentre complimenta i gusti cinematografici dei protagonisti
Slavoj Žižek, mentre complimenta i gusti cinematografici dei protagonisti


Come un buon film trash, si sconsiglia l’assunzione durante o poco dopo i pasti: in particolare non si legge bene di cannibalismo a stomaco pieno. Alternativamente, potete mangiare popcorn – almeno fino a quando non arriverete al particolare punto della trama in cui diverranno molto meno stimolanti dell’opzione cannibale. Se siete a quel punto e ricevete un invito a cena da un sofisticato psichiatra amante dalla cucina, non abbiate remore e accettate. Avrete, per allora, assistito e assaporato cose ben più strane di un fegato con le fave e un buon chianti per cena.

Il detto psichiatra, che ha Il Drive-In nella mensola dei ricettari, in posa mentre saluta un ospite appena arrivato
Il detto psichiatra, che ha Il Drive-In nella mensola dei ricettari, in posa mentre saluta un ospite appena arrivato


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