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CHI NE FA LE SPESE

Cena della vigilia, pranzo di Natale, cenone di capodanno, questo periodo è ricco di momenti in cui il cibo è un modo per portare avanti tradizioni e legami, ma chi ne paga le conseguenze?

Molti non si soffermano a pensare che, spesso, i nostri pasti hanno delle vittime: gli animali brutalmente uccisi, dopo una –breve- vita di stenti, perché “non si può rinunciare all’arrosto di Natale”, o quelli, altrettanto sfruttati, per le uova e il latte del panettone.

Oltre a questo, una vittima della nostra alimentazione è il pianeta che ci ospita: l’allevamento è la principale causa di inquinamento e disboscamento, per fare spazio alle coltivazioni necessarie a nutrire i milioni di animali negli allevamenti intensivi, che nulla hanno a che vedere con le campagne felici nelle pubblicità dei salumi.

Le azioni dei singoli sono il primo passo per un cambiamento strutturale, ogni giorno possiamo scegliere di muoverci in direzione di una vita più consapevole e compassionevole, apportando semplici cambiamenti alla nostra quotidianità: uno stile di vita vegano è la singola cosa più impattante che ognuno di noi può fare, per la liberazione animale, il bene del pianeta e di noi stessi.

Anche questo gennaio ci sarà il Veganuary, un’iniziativa partita nel Regno Unito e ormai diffusa in tutto il mondo per invitare e accompagnare le persone a intraprendere uno stile di vita vegano a partire dal mese di gennaio; le risorse fornite dalle associazioni animaliste sono innumerevoli e possono essere un punto di partenza per stravolgere in meglio la propria vita.

L’invito è a fermarsi e riflettere sulle conseguenze che le nostre azioni hanno sugli altri esseri viventi, perché un mondo diverso è possibile.

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