Bielorussia, totalitarismi e resistenza
- Arianna Gandaglia
- 31 ago 2020
- Tempo di lettura: 1 min

In Bielorussia proseguono le immani proteste contro Lukashenko, "l'ultimo dittatore d'Europa": ancora una volta assistiamo a un popolo che si ribella a un governo dispotico che lo opprime da decenni.
Il regime di Lukashenko, in carica dal 1994 e rieletto grazie a brogli e violenze lo scorso 9 agosto, vede come leader dell'opposizione Svetlana Tikhanovskaja, ora rifugiata in Lituania, che ha promesso di "resistere fino alla fine". Nel frattempo l'UE ha dichiarato di non accettare il risultato delle elezioni, seguita poi dagli USA, e il dittatore accusa alcune "potenze straniere" di fomentare i disordini interni.
Tuttavia questo non è un caso isolato e la democrazia, che troppo spesso diamo per scontata, manca in diversi paesi: a Hong Kong le proteste contro la Cina iniziate a marzo 2019 non si fermano, anche se la situazione è sempre più complessa (è stato arrestato il fondatore del principale giornale contro il governo cinese, dopo che la Cina ha imposto una legge che permette di incarcerare chiunque vada contro il governo), infine in Russia Alexey Navalny, attivista politico avversario di Putin, è stato avvelenato ed è ora in coma all'ospedale Charité in Germania, dopo che per giorni le autorità del Cremlino ne avevano categoricamente vietato lo spostamento (probabilmente per insabbiare le prove dell'avvelenamento, che non è stato ufficialmente confermato).
A cura di Arianna Gandaglia
Artwork di V. Primakova
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